Vecchiaia e santità – Parashat Kedoshim
di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele
Tradotto ed adattato da David Malamut
Nella prima metà della parasha di questa settimana, la parasha di Kedoshim, si elencano i comandamenti sotto il titolo (Levitico 19, 2) “Santi dovete essere, poiché santo son io, il Signore, Iddio vostro.”. Questo elenco include comandamenti tra l’uomo e il suo Dio, come l’osservanza del sabato e l’astensione dal culto degli idoli, nonché comandamenti sociali, come l’astensione dalla vendetta e l’obbligo di giudicare gli altri equamente.
Uno dei comandamenti in questo elenco è (Levitico 19, 32) “Davanti alla canizie ti alzerai, e rispetterai la faccia del vecchio“. L’espressione pratica di questo comandamento è l’obbligo di stare davanti alla persona anziana e onorarla. Nel Talmud babilonese troviamo una discussione sul fatto se questo si riferisca specificamente a uno studioso o a qualsiasi altra persona anziana, generalmente. Il Talmud racconta di saggi che mostrarono rispetto per ogni persona anziana, ebrea e non ebrea, citando Rabbi Yohanan, uno dei grandi saggi d’Israele del terzo secolo, che spiegò la sua pratica di onorare ogni persona anziana con la frase: “Quanti incidenti e casi hanno vissuto queste persone!”
L’atteggiamento verso gli anziani nel giudaismo è segno di rispetto. Gli anziani non sono considerati i deboli della società, come possono essere visti i poveri e gli stranieri. Gli anziani simboleggiano la saggezza, persone con cui consultarsi per la loro ricca esperienza di vita, persone che ispirano rispetto e apprezzamento. I giovani sono chiamati ad acquisire la saggezza degli anziani e dagli anziani, ad ascoltare i loro consigli e a riconoscere la ricca esperienza maturata negli anni.
Il rispetto che i giovani sono tenuti a dare agli anziani non è un rispetto superficiale. Il Talmud di Gerusalemme riporta due storie estreme che illustrano ciò (Talmud Gerosolimitano, trattato di Kiddushin 1):
<<Un uomo può dare da mangiare a suo padre polli ingrassati ed ereditare Gehinom mentre un altro può mettere suo padre a lavorare presso un mulino ed ereditare il Giardino dell’Eden. Com’è possibile per un uomo nutrire suo padre con polli ingrassati ed ereditare comunque Gehinom?
C’era una volta un uomo che dava da mangiare a suo padre dei polli da ingrasso. Una volta suo padre gli disse: “Figlio mio, dove hai preso questi? Lui rispose: “Vecchio, vecchio, stai zitto e mangia, proprio come i cani che stanno zitti quando mangiano”. Un uomo simile nutre suo padre con polli ingrassati ma eredita Genhinom.
Com’è possibile per un uomo mettere suo padre a lavorare in un mulino ed ereditare comunque il Giardino dell’Eden?
C’era un uomo che lavorava in un mulino. Il re ordinò che i mugnai fossero portati a lavorare per lui. L’uomo disse al padre: “Tu resta qui e lavora al mulino al posto mio, e io andrò a lavorare per il re, perché se dovessero piovere insulti sui lavoratori, preferirei che ricadano su di me e non su di te. Se dovessero arrivare delle botte, lascia che colpiscano me e non te. Un uomo del genere mette suo padre a lavorare in un mulino e tuttavia eredita il Giardino dell’Eden.>>
Nei nostri tempi, con le tecnologie emergenti e il rapido trasferimento delle informazioni, c’è la percezione che “il mondo appartiene ai giovani”. Ogni giovane sa come gestire sistemi complessi più facilmente rispetto ai suoi colleghi anziani. I luoghi di lavoro preferiscono lavoratori giovani e flessibili che si adattano ai cambiamenti tecnologici rispetto ai dipendenti più anziani ed esperti. L’umanità nel suo insieme lotta contro l’invecchiamento. I prodotti di bellezza e gli interventi di chirurgia plastica sono il mezzo per raggiungere l’eterna giovinezza.
Tuttavia, la Torah ci insegna a onorare gli anziani. Non facendo una questione di pietà, ma riconoscendo la loro vasta esperienza e imparare da loro. La Torah non ritiene che i giovani che sono forti e superiori, dovrebbero compatire gli anziani deboli. L’intenzione della Torah è completamente tutt’altra: dovremmo onorare gli anziani perché sono loro quelli superiori. Questo perché ogni anziano ha qualcosa che nessun giovane ha: la saggezza acquisita attraverso l’esperienza di una vita. Le esperienze che hanno avuto, le intuizioni che hanno acquisito, la lunga vita che hanno vissuto, hanno dato loro una prospettiva profonda sulla vita, una prospettiva che i giovani non possono raggiungere finché non diventano loro stessi anziani.
E come è collegato questo al titolo della parasha di “Kedoshim”? Una società che adora il potere, il denaro, la pubblicità e il rapido cambiamento non è una società santa. Una società che adora la saggezza e la comprensione, la profondità e la sensibilità, l’esperienza e l’apprendimento – questa è una società santa. Una società che rispetta i suoi anziani è una società che porta al suo interno una bella lista di valori degni che la Torah stima e sostiene.