Un popolo sotto assedio

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

  Asarah b’Tevet 5780 (2020)

di Rabbino Lord Jonathan Sacks zt”l

tradotto ed adattato da David Malamut

Asarah b’Tevet, che osserviamo oggi, è il primo dei tre digiuni del calendario ebraico che tracciano l’evento traumatico della distruzione del Primo Tempio. Asarah b’Tevet, (il 10 di Tevet), segna l’inizio dell’assedio babilonese sotto Nabucodonosor, Shivah Asar b’Tammuz, (il 17 di Tammuz), la prima breccia nelle mura della città, e Tisha b’Av, (il 9 di Av) la distruzione del Tempio. C’è un periodo prolungato che dura due o tre anni e ovviamente è un giorno molto triste che veniva celebrato anche in tempi biblici come un giorno di digiuno.

È anche associato ad altri due eventi storici. Uno tragico, e forse semplicemente naturale, accaduto l’8 e il 9 di Tevet. L’8 di Tevet è l’anniversario della prima traduzione del Tanach, della Bibbia ebraica, in un’altra lingua, in greco, sotto Tolomeo II ad Alessandria nel terzo secolo p.e.v. I rabbini, invece di considerarlo un risultato importante, lo considerarono una terribile tragedia. Fu un evento devastante, dissero, come il giorno in cui gli Israeliti fabbricarono il Vitello d’Oro. E il 9 di Tevet è noto, almeno ad alcuni nella nostra tradizione, come l’anniversario della morte, lo yahrzeit, di Esdra, che rinnovò la Torah nella vita del popolo quando lui e Neemia tornarono dalla terra di Babilonia.

C’è un collegamento tra questi tre eventi? Penso che ci sia. Asarah b’Tevet rappresenta il popolo ebraico sotto assedio, e ci sono sempre stati due modi di pensare a come rispondere all’essere sotto assedio. Cerchi di acclimatarti e acculturarti al mondo che ti circonda, il mondo che sembra minaccioso? Questa è l’impresa di traduzione. Oppure ti rafforzi internamente rafforzando la Torah e la spiritualità nella vita delle persone? Questa fu la risposta di Esdra e di quelli come lui.

Dal punto di vista storico, possiamo vedere che una risposta è davvero tragica. Alcuni hanno sentito il bisogno di riformulare l’ebraismo in categorie greche, e la verità è che ciò ha portato, in un senso abbastanza profondo, alla nascita dell’antisemitismo. Ad Alessandria si seppe che gli ebrei raccontavano la storia dell’esodo dall’Egitto, cosa che sconvolse immensamente gli egiziani e portò un prete egiziano chiamato Manetone a scrivere un terribile resoconto revisionista dell’esodo in cui sosteneva che gli ebrei erano lebbrosi, che il faraone voleva sbarazzarsi degli ebrei, e che Mosè, il capo degli ebrei, invece di dire: “Lascia andare il mio popolo“, disse: “Lascia che il mio popolo rimanga“. Manetone è probabilmente storicamente uno dei personaggi più importanti nella genesi e nella storia dell’antisemitismo. Cercare di essere come gli altri non funziona davvero.

Mentre il successo di Esdra nel rafforzare le risorse interiori del popolo ha avuto conseguenze positive che durano fino ai giorni nostri. Ha davvero gettato le basi del giudaismo come civiltà vivente che sarebbe sopravvissuta alla sconfitta, all’esilio e a ogni altra minaccia esterna. Le azioni di Esdra ci hanno permesso di continuare a sopravvivere e prosperare nonostante tutto.

Penso che questa sia davvero la lezione di Asarah b’Tevet. L’antisemitismo è chiaramente tornato nel mondo ebraico, in particolare in Europa e in America, e gli ebrei lo avvertono profondamente. Asarah b’Tevet rappresenta questa sensazione di essere sotto assedio. Ma il modo di reagire non è, per così dire, sottomettersi agli imperativi culturali della società nel suo insieme e cercare semplicemente di scomparire. Così non funziona. La vera risposta è quella di Esdra, per rafforzarci spiritualmente. Perché come ha detto Zaccaria, che leggiamo nella speciale Haftarah di Chanukah:Lo b’chayil v’lo bakoach, ki im b’ruchi amar Adonay Tsvaot.

 (לֹ֤א בְחַ֙יִל֙ וְלֹ֣א בְכֹ֔חַ כִּ֣י אִם־בְּרוּחִ֔י אָמַ֖ר יְהֹוָ֥ה צְבָאֽוֹת)

Il popolo ebraico sopravvive non grazie alla forza o al potere’ – sebbene questi siano certamente necessari – ‘ma grazie al mio Spirito’, dice il Signore.’ (Zaccaria 4, 6)

Prendiamo Asarah b’Tevet come un momento per rafforzare eternamente il nostro spirito. E il risultato finale sarà che sopravvivremo all’assedio e faremo la nostra parte nella ricostruzione di Gerusalemme e del popolo ebraico.

A tutti coloro che digiunano oggi auguro uno Tzom Kal, un digiuno facile.

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immagine di copertina “La distruzione del Tempio di Gerusalemme”, Francesco Hayez, 1867

 

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