Un nuovo Meil per ricordare le vittime del 7 ottobre

 In Festività, Notizie Comunità

Quest’anno, mentre tutto il mondo ebraico si prepara a celebrare Simchat Torah, la gioia della festa si intreccia con un dolore ancora fresco e straziante: il massacro del 7 ottobre 2023. Nella data ebraica corrispondente, lo scorso anno, in Israele, la vita di centinaia di persone è stata brutalmente spezzata. E oggi, più di cento ostaggi sono ancora nelle mani dei terroristi, e il dolore della loro assenza pesa su ogni cuore. Come si fa a festeggiare in mezzo a tanta sofferenza? Come si può ballare con la Torah quando le lacrime scorrono senza sosta? Simchat Torah è uno dei giorni più gioiosi del calendario ebraico. È il momento in cui si conclude il ciclo di lettura della Torah e inizia uno nuovo, celebrando la sua eternità, la sua bellezza e la sua saggezza senza tempo. Ma quest’anno, l’eco di questo giorno risuonerà con un dolore insopportabile. Ballare piangendo: è questa la sfida che le comunità ebraiche di tutto il mondo si troveranno ad affrontare. Come conciliare la celebrazione della vita e della Torah con il lutto per chi non c’è più? Come onorare la memoria dei cento e uno ostaggi ancora in mano dei terroristi mentre si cerca di trasmettere un messaggio di speranza?

Per dare voce a questo dolore e per trovare un modo di ricordare le vittime senza rinunciare alla speranza, è nato un progetto straordinario che unisce comunità ebraiche in tutto il mondo. Questo il sito: www.thesimchattorahproject.org

 

È stato pensato di cucire dei mantelli “speciali” per la Torah, dei Meilim, in memoria delle vittime del massacro e della guerra in Israele. Ad oggi, 525 le sinagoghe partecipanti di 287 città e 31 nazioni.

Zohar Corinaldi, mentre era in Israele con Rav Tomer Corinaldi, ha saputo di questa iniziativa leggendo un notiziario di preghiera. Colpita dalla profondità del gesto, ha proposto di partecipare all’iniziativa e David Malamut che è parte del Consiglio della Comunità scaligera lo ha promosso, così ci sarà un Meil nella sinagoga di Verona, l’unica italiana. Il mantello sarà dedicato alla memoria del sergente maggiore Adam Bismut.

Adam Bismut, 35 anni, di Karnei Shomron è morto il 22 gennaio 2024 durante un’operazione militare nella striscia di Gaza, insieme ad altri venti riservisti. Aveva portato la sua azienda a dei risultati tecnologici impressionanti  e avviato e promosso innumerevoli progetti innovativi, per anni, nel Negev.

Avere il Meil a lui dedicato, è un gesto  carico di significato. Il Meil non è solo un mantello che avvolge la Torah, ma è un simbolo di protezione, di cura e di amore per la legge divina. La Torah è, per il popolo ebraico, il cuore pulsante della propria esistenza. Avvolgere la Torah con un mantello che ricorda coloro che hanno perso la vita è un modo importante per dire che la loro memoria vivrà per sempre, custodita all’interno di ciò che è più sacro.

Nel Mishlè 24:16, Libro dei Proverbi, è scritto:

כִּ֤י שֶׁ֨בַע ׀ יִפּ֣וֹל צַדִּ֣יק וָקָ֑ם וּ֝רְשָׁעִ֗ים יִכָּשְׁל֥וּ בְרָעָֽה׃

perchè sette volte cade il giusto e si rialza mentre gli empi soccombono nella sventura

Questa espressione celebra la forza del popolo ebraico, la sua capacità di rialzarsi e di trovare la forza di ricominciare, sempre. Anche in momenti come questi, in cui la gioia sembra lontana, la celebrazione di Simchat Torah diventa un atto di forza spirituale.

La Torah stessa insegna che la vita e la morte, la gioia e il dolore sono intrecciati. Anche nei momenti più oscuri, la speranza e la fiducia nel futuro devono prevalere. Come è scritto in Tehillim 23:4

גַּ֤ם כִּֽי־אֵלֵ֨ךְ בְּגֵ֪יא צַלְמָ֡וֶת לֹא־אִ֘ירָ֤א רָ֗ע כִּי־אַתָּ֥ה עִמָּדִ֑י

Anche se cammino nella valle dell’ombra della morte,

non temerò alcun male, perché Tu sei con me

 In questa Simchat Torah, la valle dell’ombra della morte è reale e presente per molti. Tuttavia, la emunah e la comunità sono strumenti di conforto e di speranza. Ballare con la Torah, anche se il cuore piange, è un modo per affermare che, nonostante tutto, il popolo ebraico rimane saldo nella sua missione di portare luce nel mondo.

I maestri insegnano che il passato deve sempre essere presente, non come un peso che impedisce di avanzare, ma come una memoria viva che guida il futuro. Come disse Rabbi Akiva, uno dei più grandi maestri del Talmud, perseguitato dai Romani, mentre subiva torture per aver insegnato la Torah: “Tutta la mia vita ho atteso di poter amare Dio con tutta la mia anima, anche in queste circostanze”. La Torah non è solo un libro, è l’anima del popolo ebraico, la sorgente di forza anche nei momenti più terribili.

In questo Simchat Torah, l’atto di ballare con la Torah non è solo una celebrazione della legge divina, ma un atto di fede nell’eternità del popolo ebraico, nella sua capacità di continuare a vivere, anche in mezzo alla sofferenza. Non sarà facile per nessuno dimenticare quanto accaduto il 7 ottobre 2023. Ma, come insegna la Torah, la vita deve continuare, e con essa il dovere di ricordare e di costruire un futuro di pace.

Il Meil che avvolgerà la Torah nella sinagoga di Verona avrà un significato speciale. Sarà dedicato a un soldato che ha dato la sua vita non solo per il popolo d’Israele, ma anche per la libertà e per proteggere i valori di tutta l’umanità. Il sacrificio di questi soldati non è vano, ma rappresenta il cuore stesso di Israele: un cuore che batte e si batte per la pace, per la giustizia e per la dignità umana.

In ogni comunità, il Meil sarà un segno tangibile di quanto profondo sia il legame tra la Torah e la vita del popolo ebraico, tra il dolore della perdita e la speranza del futuro. Questi mantelli ricorderanno alle generazioni future che, anche nei momenti più drammatici, la Torah è fonte di luce e di speranza. In questa Simchat Torah, il popolo ebraico balla con la Torah e piange per le sue vittime. Ma, come sempre, c’è una forza profonda in questo atto. La Torah, che ha attraversato le tempeste della storia, continuerà a guidare il popolo d’Israele anche in questi tempi difficili. Il 7 ottobre 2023 è una data che non sarà mai dimenticata, ma anche in mezzo al lutto, ci si rialza, si balla e canta, perché la Torah è la promessa che la vita trionfa sempre, anche nelle oscurità più incomprensibili. Perché ballare piangendo è parte dell’essenza ebraica: significa accogliere il dolore, senza mai permettere che spenga la luce della speranza.

Rav Tomer Corinaldi e Paola Coppi

 

 

Post recenti