UCEI – Protocollo con il ministero su scavi archeologici e sepolture ebraiche

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La Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sigleranno domani a Roma un protocollo per «disciplinare le attività di scavo, conservazione e restauro dei contesti funerari ebraici». Al centro dell’accordo il rispetto delle esigenze religiose e culturali delle Comunità ebraiche, «in primis la perpetuità delle tombe, prescritta dalla tradizione». E insieme «l’interesse pubblico di tutela e conservazione dei beni archeologici, nonché della necessità di realizzazione di opere pubbliche eventualmente condizionate dai ritrovamenti». L’accordo prevede che, in caso di interventi di archeologia preventiva in siti con possibile presenza di cimiteri ebraici, «siano preliminarmente effettuate tutte le possibili ricerche storiche, archivistiche e archeologiche non invasive». Mentre nel caso di individuazione di sepolture ebraiche, «sarà tempestivamente costituito un tavolo tecnico multidisciplinare composto da rappresentanti del Ministero, dell’Unione e degli eventuali enti di ricerca coinvolti, per stabilire le modalità operative più opportune e gli interventi ammissibili e non ammissibili per il singolo contesto». Qualora inoltre fossero ritrovati resti antropologici riferibili a sepolture ebraiche, «la loro custodia sarà affidata in via definitiva all’Ucei per tutelarne l’integrità e garantirne il trattamento e la sepoltura in conformità alle prescrizioni rituali».
Soddisfazione è stata espressa da entrambe le parti. «L’esigenza di individuare modalità operative comuni e condivise per gli interventi archeologici in contesti funerari certamente o verosimilmente riconducibili alla religione ebraica, ha portato la Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio a proporre all’Ucei uno schema di Linee guida sul trattamento delle sepolture ebraiche, approvato dalla Commissione mista Stato-Ucei lo scorso giugno», ha dichiarato il capo dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale Luigi La Rocca. Come esplicitato dal dirigente del ministero, lo schema ora recepito nel protocollo «costituirà un utile strumento per le Soprintendenze e per tutti coloro che operano nei cantieri archeologici». Per la presidente Ucei Noemi Di Segni, il protocollo rappresenta «il punto di partenza per un progetto ambizioso» e un passo importante per salvaguardare «tanto l’integrità dei precetti religiosi quanto l’interesse pubblico derivante dalla tutela del patrimonio culturale nazionale». Sulla stessa lunghezza d’onda Gloria Arbib, consigliera Ucei e referente dell’Unione sui beni culturali, che ha preso parte ai lavori della Commissione insieme tra gli altri al presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia (Fbcei) Dario Disegni. «Il confronto al riguardo si è svolto in modo positivo e costruttivo», rileva Arbib. «È stata presa come esempio la collaborazione avviata alcuni anni fa, con profitto, per il cantiere delle catacombe di Villa Torlonia a Roma. Dal ministero c’è stata grande apertura e disponibilità per trovare una sintesi tra le diverse esigenze».
L’architetto David Palterer ha svolto per conto dell’Ucei alcune indagini conoscitive relative all’area dell’antico cimitero ebraico di San Nicolò a Mantova, dove è in corso il progetto di rigenerazione urbana Mantova Hub. «È bene avere un quadro in cui si spiega che se emerge un problema il rabbinato deve essere partecipe della questione alla pari della Sovrintendenza e che tale attribuzione non può andare a un rabbinato diverso da quello italiano», sostiene Palterer. «Il protocollo è in qualche misura anche un risultato rispetto a quello che abbiamo sperimentato a Mantova e può costituire un’occasione straordinaria di confronto e dialogo con i vari soggetti pubblici».Adam Smulevich(Nell’immagine: un dettaglio delle catacombe ebraiche di Villa Torlonia)

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