Sukkot; perché un’altra Festa ?
Di Rav Tomer Corinaldi
Buongiorno, Chaverim!
Scusatemi se lo scrivo, ma il calendario ebraico è davvero strano!!!
Non abbiamo già avuto 40 giorni di teshuvah, passando per Rosh Hashanah, e i Dieci Giorni di Teshuvah che culminano con Yom Kippur?
Gli ebrei non hanno mai sentito che bisogna finire “in grande”? Allora, ora un’altra festa, Sukkot? Perché? La spiegazione è meravigliosa!!!
Perché la vita non è Yom Kippur. La vita che vogliamo e sogniamo è Sukkot. Non siamo angeli. Siamo esseri umani, e abbiamo bisogno e amiamo anche mangiare, dormire, conversare e giocare, oltre agli aspetti spirituali del nostro essere come lo studio, la riflessione, la preghiera e la meditazione. Ed a Sukkot facciamo tutto questo nella sukkah, fuori di casa.
La sukkah è chiamata Tzila Demeheimnuta in aramaico – l’ombra della fede. Portiamo la grande spiritualità di Yom Kippur nella nostra vita quotidiana e comprendiamo che tutta la nostra vita è nelle mani di Hashem. Per questo motivo, usciamo di casa e stiamo nella sukkah per sette giorni.
C’è anche un altro aspetto potente, che quest’anno assume un significato travolgente. La nostra vita è fragile. Non sappiamo cosa succederà. I muri di casa ci danno una sicurezza illusoria. L’unica vera sicurezza che abbiamo è dentro di noi. Nell’anima. Nella fede. Questo è qualcosa che nessuno può portarci via. È dentro di noi.
In Genesi 33,17 è scritto: “Giacobbe andò verso Sukkot, dove costruì una casa…”. Rabbi Nachman di Breslav spiega che la vera casa che costruiamo è la casa spirituale, simboleggiata dalla sukkah, all’ombra di Hashem, ed è a questo che si riferisce il versetto. Abbiamo l’illusione che la nostra casa, così come altre strutture della vita – lavoro, abitudini e così via – siano la nostra sicurezza, ma questa è un’illusione che è stata spezzata con grande dolore il 7/10.
La vera casa è ciò che è dentro di noi. È una costruzione eterna. Questo è il segreto dell’eternità del popolo ebraico.
Anche per questo e molto altro, Chag Sameach a tutti.