SRAELE – Dopo le lacrime la corsa: in 45mila alla maratona di Tel Aviv
Nell’area vicino alla partenza, in alcuni stand, era possibile incontrare familiari di vittime dei massacri di Hamas o di soldati caduti in combattimento. Chi voleva, poteva correre con delle t-shirt personalizzate in loro memoria. C’è anche chi si è legato al polso dei palloncini gialli o arancioni presenti lungo il percorso, rispettivamente il colore che simboleggia la campagna per la liberazione degli ostaggi e quello dei capelli di Ariel e Kfir Bibas, i fratellini trucidati da Hamas e da poco sepolti nel dolore e smarrimento di tutta una nazione. Prima della partenza di ogni blocco sono stati liberati nel cielo 59 palloncini, il numero degli ostaggi ancora prigionieri nella Striscia. Quest’anno c’è stato anche un evento speciale di 3 chilometri, denominato “Triumph of the Spirit” e dedicato ai soldati israeliani feriti.
Ma la maratona è stata anche gara “vera” e a dominarla, come già in passato, sono stati gli atleti del Kenya. Nella gara maschile, vinta da Felix Kimutai con il tempo di 2 ore, 12 minuti e 12 secondi, i primi cinque classificati provenivano tutti dal paese africano. Anche tra le donne ha vinto una keniota, Teresiah Kwamboka Omosa, con una prestazione da 2 ore, 37 minuti e 38 secondi.
(Foto vincitori: Tel Aviv Marathon, Sportphotography)
(Da Tel Aviv – Adam Smulevich)
Post recenti