Simchat Torah 5785 – Fine e inizio? Torah senza sosta?
di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele
tradotto ed adattato da David Malamut
Qual è il significato del nome Simchat Torah (letteralmente è La Gioia della Torah)? Uno dei regolamenti più antichi stabiliti nella storia della nazione ebraica è quello proprio della lettura della Torah. Ogni Shabbat, durante le funzioni di preghiera nella sinagoga, il rotolo della Torah viene estratto dalla sua arca e ne viene letta una sezione. Nel corso degli anni, questa porzione della Torah fu chiamata “Parashat Hashavua“, la sezione settimanale. Negli ultimi quasi duemila anni, la nazione ebraica ha organizzato questa lettura della Torah in un ciclo annuale continuo in modo che ogni anno finisca con la parte finale della Torah Vezot Habracha su Simchat Torah e lo stesso giorno ricominciano a leggere la Torah con la prima sezione di Bereshit. Con questa disposizione, l’intera nazione legge ogni anno tutti e cinque i libri della Torah, acquisendo così una base forte e stabile per la sua vita personale e nazionale.
Leggere la Torah per porzioni è, come accennato, un’antica usanza. Il Talmud dice che Mosè determinò questa tradizione di leggere la Torah ogni Shabbat e due giorni durante la settimana.
Maimonide scrisse nel suo libro Mishneh Torah (Hilchot Tefila, capitolo 12):
<<”Mosè decise che Israel dovesse leggere la Torah in pubblico” durante lo Shabbat, il lunedì e il giovedì durante i servizi mattutini di Shacharit in modo che non rimangano tre giorni senza ascoltare la Torah>>.
Nel midrash troviamo una descrizione che mette a confronto due personalità: uno scettico e disperato contro una persona razionale e calcolatrice. I saggi del midrash descrivono una persona che entra nella sinagoga e vede la congregazione imparare la Torah. Chiede loro: “Come fa una persona a imparare tutta la Torah?“, e loro rispondono: “Prima legge la Megila, poi il libro, poi i Profeti e poi le Scritture. Quando finisce le Scritture, impara il Talmud e poi la legge ebraica e poi Aggadot.” Il midrash continua: “Dopo aver sentito questo, disse a sé stesso: “Come posso imparare tutto questo?” e ritornò sui suoi passi.” Si è spaventato dall’enorme portata della Torah e decise di abbandonare la missione e rimanere nell’ignoranza.
Dall’altra parte, il midrash descrive un altro: “Colui che è intelligente, cosa fa?” Impara un capitolo ogni giorno finché non finisce l’intera Torah? (Deuteronomio Rabba, capitolo 8). Chi è intelligente capisce che è impossibile coprire l’intera Torah in breve tempo. Ma è possibile farlo, in maniera regolare, con diligenza e perseveranza. Un capitolo, poi un altro, e finalmente potrà portare a termine la missione che si è assunto.
Simchat Torah è una festa in cui esprimiamo la nostra gioia per il privilegio di completare i cinque libri della Torah, leggendo diligentemente un capitolo dopo l’altro, una Parasha dopo l’altra, settimana dopo settimana.
In contrasto con ciò, Rabbi Yishmael, tra i più grandi saggi della terza generazione di Tana’im (nella seconda metà del II secolo), vedeva il completamento della Torah come una missione che nessuno poteva compiere. “Non ti impegni a portare a termine l’intera Torah, ma [nonostante ciò] non sei libero di abbandonarla” (Avot di Rabbi Natan, capitolo 27). L’approccio di Rabbi Yishmael è che lo sforzo per avanzare spiritualmente non deve dipendere dal risultato finale. Anche se non riusciremo mai a completare l’intera Torah, dobbiamo fare lo sforzo di acquisirne la saggezza. Questo perché ogni singolo capitolo o porzione rappresenta un guadagno senza pari.