Sì, puoi! (Yes, You Can!) – Parashat Tetzaveh 5785
di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele
Tradotto ed adattato da David Malamut
Nella Parasha di Tetzaveh, a Mosè viene comandato di confezionare indumenti sacri per Aronne, il sommo sacerdote, e per i suoi figli, i sacerdoti, “per onore e splendore”.
<< E tu parlerai a tutti gli uomini d’ingegno, ad ogni uomo che fu da me dotato di spirito ingegnoso;>> (Esodo 28, 3)
Dal testo della Torah capiamo che realizzare questi indumenti richiedeva non solo abilità tecnica ma, soprattutto, “saggezza del cuore”. La Torah spiega nel seguito dello stesso versetto, il perché:
<<…ed essi faranno gli abiti d’Aronne, coi quali sarà consacrato ad essere sacerdote a me.>> (Esodo 28, 3)
Coloro che erano impegnati in questo lavoro dovevano farlo con la giusta intenzione. Il primo commentatore Rabbeinu Bechaye (Rabbeinu Bechaye ben Asher, Saragozza, Spagna, 1255–1340 circa) spiega che quest’opera doveva essere eseguita “a fine di sé stessa” e secondo l’intenzione di Mosè:
“E parlerai a tutti i saggi di cuore, ed essi faranno’. La frase ‘e faranno‘ è posta accanto a ‘i saggi di cuore‘ per indicare che la realizzazione degli indumenti richiedeva un’intenzione premurosa, nel senso che dovevano essere fatti per il loro scopo specifico, e dice ‘e tu farai’ per implicare che dovevano essere fatti secondo l’intenzione di Mosè.”
In altre parole, Dio comandò a Mosè di scegliere individui dal cuore saggio che comprendessero la giusta intenzione nel preparare le vesti, al punto che sarebbero stati in grado di agire “secondo la conoscenza di Mosè”, come se entrassero nella sua mente e svolgessero il lavoro con elevata consapevolezza spirituale.
Ciò solleva un potenziale problema: chi oserebbe offrirsi volontario per un ruolo che richiede una saggezza di cuore così rara?
Rabbi Moshe Sofer (rabbino di Pressburg, circa 200 anni fa, noto per la sua famosa opera Chatam Sofer) interpretò il versetto come segue:
“’E parlerai a tutti i saggi di cuore’, e cosa dirai loro? ‘Che ho riempito dello spirito di saggezza!’”
In altre parole, parla a coloro che sono considerati saggi di cuore, che io (Dio) ho già riempito con uno spirito di saggezza. Informarli, renderli consapevoli delle loro potenzialità. Una volta riconosciute le proprie capacità, saranno in grado di assumere il compito.
Questa interpretazione porta con sé un messaggio importante per tutti. Una persona che non riconosce le proprie qualità e non importa quanto sia elevata la sua intelligenza o quanto siano rari i suoi talenti, non otterrà mai nulla di significativo. Il loro contributo al mondo e all’umanità sarà minimo, se non nullo. Una persona del genere è come un seme con il potenziale per diventare un albero fruttuoso, ma invece di essere piantato e coltivato, viene lasciato seccare e marcire.
La “saggezza del cuore” e le capacità di vita sono doni del Creatore. Una persona può costruire, agire, creare, contribuire e rendere il mondo un posto migliore. Ma altrettanto facilmente possono appassire, stagnare, sprecare la loro vita nell’ozio e persino deteriorarsi. Una persona deve realizzare il proprio potenziale, altrimenti vivrà una vita di noia, amarezza e sofferenza personale e familiare.
Ogni persona affronta due percorsi: il percorso dell’autorealizzazione, della gioia creativa e della felicità e, un altro, il percorso del vuoto e della frustrazione. Non c’è gioia più grande della soddisfazione che riempie il cuore di chi utilizza le proprie forze e saggezza. Una persona del genere vive una vita piena di azione e significato e il suo contributo al mondo può essere straordinario.
La gentilezza più grande che si può fare verso un altro è aiutarlo a scoprire i propri punti di forza e talenti e aiutarlo a realizzarli.