Serata Sveviana
Di Bruno Carmi
Si è conclusa giovedì 1 febbraio a Verona la nutrita serie di eventi legati al centenario della pubblicazione de “La coscienza di Zeno” dello scrittore triestino Ettore Schmitz, alias Italo Svevo e del “Viaggio attraverso la gioventù” dello scrittore veronese Danilo Lebrecht, alias Lorenzo Montano.
La Comunità Ebraica di Verona in collaborazione con l’ Educandato Statale Agli Angeli e la Società Letteraria di Verona in occasione della Giornata europea della Cultura Ebraica (n.d.r: di cui la cena sveviana è l’evento conclusivo) avevano allestito una mostra, ora esposta nell’atrio della scuola, che in diciotto pannelli racconta diversi aspetti legati alla vita ed alle opere dei due autori.
Sono stati esposti alcuni preziosi volumi tra i quali la prima edizione de La coscienza di Zeno ed è stato edito un prezioso catalogo con eruditi approfondimenti curati, per Montano, dal Prof Agostino Contò e, per Svevo dal Prof Riccardo Mauroner.
Il prof Cavaglion dell’Università di Firenze aveva inaugurato il ciclo di conferenze in Società Letteraria parlando di “Svevo e la religione dei padri”. A quella serata sono seguiti gli incontri con Riccardo Cepach, direttore del Museo sveviano di Trieste e di Agostino Contò.
Il Prof Mauroner, curatore della mostra è stata la vera anima di questo ciclo di eventi che si è concluso giovedì sera presso l’Educandato con una “Serata Sveviana” con tanto di cena e di concerto eseguito dall’apprezzato quartetto d’archi Respighi con lettura di brani dalla Coscienza di Zeno a cura di Leonardo de Colle.
La Cena sveviana appunto: un guizzo di inaspettata, originale convivialita ricavata dalle ricette originali di Dora Veneziani cognata di Italo Svevo e bisnonna di Susanna Tamaro; è infatti sua la ricetta della torta di cioccolata descritta nel celebre romanzo “Va’ dove ti porta il cuore”. Allora partenza con zuppa verde a base di spinaci, lattuga e bietola e aggiunta di crostini dorati; a seguire spaghetti con le acciughe e ancora gran brasato di manzo in mille foglie con pomodoro, erbe aromatiche e l’immancabile paprica dolce. Contorni a base di patate al forno e capucci rossi con mele. Tra i dolci a fare bella mostra di sé il Krapfen Schmitz ripieno di marmellata ai frutti di bosco in alternativa a quello originale con la marmellata di fragole.
Durante il dessert sono stati donati ai partecipanti cinquanta bellissimi acquarelli luccicanti e colorati realizzati dal prof. Mauroner, ispirati al mare di Trieste e ai moti ondosi de La coscienza di Zeno. Una memorabile serata che si è conclusa con le parole di Svevo: “la vita non è né bella né brutta, ma è originale”.
Bruno Carmi