ROMA – Di Segni: Il pericolo per la Memoria è la distorsione

 In Attualità, Giornata della Memoria
Il ricordo della Shoah corre un grave rischio: la distorsione che ne vanifica il senso e compromette il corretto passaggio di messaggi e valori alle nuove generazioni.
L’ha ribadito stamane la presidente Ucei Noemi Di Segni, intervenendo nel corso di una conferenza stampa nella Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Giorno della Memoria. Oggi Di Segni ha partecipato alla celebrazione dell’80esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau presso la caserma Gen. B. Sante Laria della Guardia di Finanza, alla proiezione dello speciale Rai “Cancello aperto! 27 gennaio 1945, Liberazione di Auschwitz” nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio e alla deposizione di una corona a largo 16 ottobre 1943 in compagnia tra gli altri della senatrice a vita Liliana Segre. Domani mattina la presidente Ucei sarà al fianco del capo dello stato Sergio Mattarella in una cerimonia solenne al Quirinale.
«Il Giorno della Memoria non è un appuntamento per gli ebrei, ma per l’Italia tutta e per le istituzioni. Per capire cosa è successo allora e cosa va arginato oggi», ha sottolineato Di Segni, menzionando nel suo intervento due tipologie di “distorsioni” in atto. Quella da lei definita “ingenua” di chi ad esempio si rivolge a un amico ebreo con le parole “Ti sono vicino” o “buona festa”, non cogliendo l’autentica essenza del Giorno della Memoria. E quella tutto fuorché ingenua di chi “usa” il 27 gennaio e ne altera il senso per provare a «smantellare libertà e principi costituzionali che per noi sono ovvi». Estrema destra, estrema sinistra, radicalismo islamico. Mondi diversi che attingono al vocabolario della Memoria «per ribaltarlo su Israele sugli ebrei: è pericoloso e offende tutti i sopravvissuti».
«La Memoria è il significato di un impegno quotidiano che cerchiamo di intensificare e sostanziare con il valore umano», ha dichiarato il ministro dello Sport Andrea Abodi aprendo la conferenza stampa. «La Memoria è un valore imprescindibile per la libertà e la convivenza civile, il presupposto essenziale per il rispetto della vita nel tempo», ha poi ricordato il ministro, tra le deleghe del quale c’è anche la struttura di missione per gli anniversari nazionali. Abodi ha espresso la propria solidarietà alla senatrice Segre per i recenti attacchi e approfondito le possibilità di veicolare la Memoria attraverso lo sport. Nel merito ha ricordato il Viaggio della Memoria organizzato scorso anno con atleti olimpici e paralimpici, dirigenti e tecnici delle federazioni sportive. Un nuovo viaggio è in partenza, «dedicato quest’anno ai ragazzi del servizio civile».
Alla conferenza stampa è intervenuto anche il generale Pasquale Angelosanto, coordinatore nazionale per la lotta all’antisemitismo, che proprio in questi giorni sta ultimando la revisione della nuova strategia nazionale contro l’odio antiebraico. «Il testo è in via formale di definizione e sarà trasmesso nei prossimi giorni alla Presidenza del Consiglio», ha annunciato il generale, parlando di aggiornamento necessario della strategia anche in considerazione delle “nuove forme” dell’antisemitismo. Un fenomeno oggi “esploso” anche sulla spinta dei «feroci attacchi di Hamas del 7 ottobre del 2023».
La strategia è stata evocata dalla premier Giorgia Meloni. In un messaggio per il Giorno della Memoria, la presidente del Consiglio ha dichiarato che «combattere l’antisemitismo, in tutte le forme in cui si manifesta, antiche e moderne, è una priorità di questo governo». Un impegno «mai venuto meno e che intendiamo portare avanti con forza e determinazione, anche attraverso l’elaborazione della nuova strategia nazionale per la lotta all’antisemitismo, un documento articolato e di scenario che fissa obiettivi e azioni concrete per contrastare un fenomeno abietto che non ha diritto di cittadinanza».Nel Giorno della Memoria «il pensiero va anzitutto ai sei milioni di persone sterminate, la cui memoria viene omaggiata in queste ore anche nella cerimonia che si tiene proprio ad Auschwitz, alla quale è presente anche il capo dello stato Sergio Mattarella», ha poi dichiarato Di Segni durante la presentazione dello speciale Rai a Palazzo Montecitorio, alla presenza del presidente della Camera Lorenzo Fontana e dell’ambasciatore israeliano Jonathan Peled. In sala anche l’ex presidente della Camera e Gianfranco Fini. «Scelta importantissima di rappresentare l’Italia nel momento più solenne al massimo livello, accanto al presidente della Germania e altri capi di stato», ha detto Di Segni. «Scelta che denota consapevolezza e responsabilità per quanto perpetrato anche dall’Italia».

a.s.

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