Rogo della Torah in Svezia , nota UCEI e condanna del mondo ebraico
“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con tutte e 21 le Comunità locali, deplora ed esprime la più profonda preoccupazione per la legittimazione formale, avvenuta da parte delle autorità svedesi, del rogo di libri sacri quali la Torah e il Corano, così come di qualsiasi altro testo o simbolo sacro di altre fedi.
Le prese di posizione hanno avuto una eco internazionale. “Questo atto provocatorio e odioso non ha posto nella società civile e ci uniamo al Consiglio ufficiale delle comunità ebraiche svedesi nel condannarlo”, la reazione del presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder. “Il rogo dei nostri testi sacri – ha poi aggiunto – ostracizza e ferisce la comunità ebraica svedese e tutti coloro che apprezzano il pluralismo e il multiculturalismo. I libri dovrebbero essere letti e apprezzati, non incendiati”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dello European Jewish Congress Ariel Muzicant: “Atti provocatori, razzisti e antisemiti come questi non possono avere spazio in una società civilizzata”.
Secondo Isaac Herzog, il presidente dello Stato d’Israele, “consentire la deturpazione di testi sacri non è un esercizio di libertà di espressione, è palese istigazione e un atto di puro odio: il mondo intero deve unirsi nel condannare chiaramente questo atto ripugnante”. Così il ministro israeliano degli Esteri Eli Cohen in una nota: “Un crimine d’odio, una provocazione che causa gravi danni al popolo e alla tradizione ebraica”. L’uomo che aveva annunciato il proposito di bruciare la Torah davanti all’ambasciata israeliana ha poi affermato di non aver mai avuto alcuna intenzione di procedere con quest’atto. Definendo la sua iniziativa un tentativo di portare l’attenzione dei media “sui limiti della libertà di esprimersi”.
la nota UCEI completa
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con tutte e 21 le Comunità locali, deplora ed esprime la più profonda preoccupazione per la legittimazione formale, avvenuta da parte delle autorità svedesi, del rogo di libri sacri quali la Torah e il Corano, così come di qualsiasi altro testo o simbolo sacro di altre fedi. Un fatto di estrema gravità che condanniamo con fermezza, ricordando – come già detto da illustri pensatori e come purtroppo dimostrato più volte nel corso della Storia – che dove si iniziano a bruciare i libri, si arrivano poi a bruciare le persone. La libertà di espressione è un caposaldo delle società occidentali, un bene prezioso e irrinunciabile. Ma non può e non deve nuocere al rispetto, imprescindibile, delle libertà e dei diritti religiosi.
L’appello, alla Svezia, è a un ripensamento necessario e urgente.