Parashat Ki Tetze

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

Shalom Chaverim
La Parashà di questo Shabbat ,Parashat Ki Tetze, riguarda due argomenti molto interessanti che sembrano essere strettamente correlati. Uno, il più familiare, è un comandamento per ricordare ciò che ci fece Amalek durante il nostro esodo dall’Egitto ( 25,17). Il secondo, con parole molto simili, ci comanda di ricordare ciò che Dio fece a Miriam nell’Esodo dall’Egitto (24,9) ed il suo significato simbolico .
In cosa consiste?
La maldicenza (Lashon Hara) di Miriam nei confronti del fratello Mosè riferita al fatto di aver preso in moglie una donna Etiope e la conseguenza delle sue parole ovvero il suo ammalarsi di lebbra.
La sorprendente somiglianza nel testo della Torah non è casuale. Amalek è il male assoluto mentre Miriam è una donna retta che secondo la tradizione era anche una profetessa.
Allora qual è la differenza?
Penso che la Torah ci insegni che anche una brava persona può, usando parole negative, portare a risultati devastanti . Il linguaggio è ciò che ci differenzia dagli animali, le parole hanno un potere creativo e quando parliamo male, creiamo il male nel mondo, proprio come Amalek anche se le nostre intenzioni sono positive. Allo stesso modo, le parole buone e positive creano una buona realtà.
In ebraico la parola Milà significa sia parola che patto con dio (Brit Milà )

Siamo all’inizio di un nuovo anno e auguro a tutti noi di saper pronunciare parole di bene e moltiplicare il bene al mondo !
Shabbat Shalom a tutti 🌻🥂

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