Moab e Midian: La differenza tra paura e male – Parshat Matot – Masei

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele

tradotto ed adattato da David Malamut

Due settimane fa, abbiamo letto nella Parshat Balak dei tentativi di Balak, re di Moab – un popolo che viveva a est della Terra di Canaan (sulla sponda orientale del Mar Morto) – di affrontare la minaccia posta dagli Israeliti attraverso mezzi magici. Insieme agli anziani di Midian, altra nazione della regione, convocò Bilaam figlio di Beor, lo stregone arameo, con lo scopo di maledire gli Israeliti. Bilaam fallì miseramente nella sua missione e pronunciò addirittura delle benedizioni. Il suo fallimento fu così significativo che Balak lo congedò con disprezzo e derisione, rimandandolo nella sua terra.

Alla fine di Parshat Balak vediamo scritti sui peccati di fornicazione e idolatria in cui furono intrappolati gli Israeliti. Le figlie di Moab e Midian, due popoli le cui terre erano vicine agli Israeliti, si avvicinarono all’accampamento israelita e li sedussero inducendoli a peccare con loro, commettendo atti sia di fornicazione che di idolatria. Questo peccato provocò una severa punizione: 24.000 Israeliti morirono di peste.

C’è una connessione tra queste due storie, la storia di Balak e Bilaam e la storia delle figlie di Moab e Midian? In entrambe le storie incontriamo le due nazioni, Moab e Midian, ma esiste una connessione più diretta tra loro?

Nella parsha di questa settimana, Matot-Masei, scopriamo la connessione. Dio comanda a Mosè (Numeri 31, 2): “Vendica i figli d’Israel dai Midjaniti, indi ti raccoglierai alla tua gente.”. Questo è essenzialmente l’ultimo atto che a Mosè viene comandato di compiere come leader. Perché deve esserci vendetta contro i Midianiti? Lo comprendiamo continuando a leggere le parole di Mosè riguardo alle figlie di Midian (Numeri 31, 16): “Sono pur desse che hanno indotti i figli d’Israel, per consiglio di Bileàm, a commettere infedeltà contro il Signore nel fatto di Peòr, dietro di che fu la mortalità nella congrega del Signore.”. La vendetta contro Midian fu dovuta alle azioni delle stesse figlie di Midian che indussero gli Israeliti al peccato.

Vediamo ora la connessione tra la storia delle figlie di Midian e la storia di Balak e Bilaam. Si scopre che colui che suggerì l’idea di indurre gli Israeliti al peccato attraverso la fornicazione e l’idolatria non era altri che Bilaam figlio di Beor, lo stregone che fallì nella sua precedente missione di maledire gli Israeliti. Ecco come viene descritto il consiglio di Bilaam nel Talmud (Talmud Babilonese, Sanhedrin 106a):

<<Disse loro: Il loro Dio odia la dissolutezza… Venite e vi darò un consiglio: costruite delle tende, metteteci delle prostitute, fuori una vecchia e dentro una fanciulla, e vendete loro delle vesti di lino… Allora lei gli dice: “Tu ora sono come uno di casa; siediti e mettiti comodo”, e gli viene posta davanti una brocca di vino ammonita… Una volta che beve, il desiderio si accende in lui. Lui le dice: “Arrenditi a me”. Allora lei tira fuori un idolo dal seno e gli dice: “Adora questo…”>>

Così, gli Israeliti caddero nella trappola tesa da Bilaam e peccarono con le figlie di Moab e Madian, e con l’idolatria che veniva loro offerta insieme alla fornicazione. Bilaam, vedendo che non poteva danneggiare gli Israeliti con la magia e le maledizioni, capì che indurli al peccato attraverso la fornicazione e l’idolatria era il modo giusto per far loro del male.

Un attento esame della storia rivela che il piano per indurre gli Israeliti al peccato coinvolgeva figlie di entrambe le nazioni: Moab e Midian. Tuttavia, l’ordine di vendetta era diretto solo a Midian. Non c’era alcun ordine di vendicarsi di Moab o di conquistare la loro terra. Perché questa differenza nel destino di Midian e Moab?

Naturalmente Rashi, l’eminente commentatore della Torah, se ne è accorto e ha fornito una risposta tagliente a questa domanda. Questo è ciò che scrive Rashi (Rashi su Numeri 31, 2):

<<Vendica i figli d’Israele contro i Midianiti, ma non contro i Moabiti, perché i Moabiti entrarono in causa per paura, perché avevano paura di essere depredati da loro… Ma i Midianiti erano arrabbiati per una disputa che non li riguardava.>>

Rashi qui ci insegna un principio importante. Una persona che commette un atto negativo non viene giudicata solo per l’atto in sé, ma anche per il motivo. Le figlie di Moab commisero un atto grave, proprio come le figlie di Midian, ma i Moabiti avevano un motivo. Avevano sinceramente paura degli Israeliti. Secondo l’itinerario del viaggio degli Israeliti, i Moabiti capirono che gli Israeliti stavano per conquistare la loro terra. La paura li spinse a indurre gli Israeliti al peccato. Pertanto, nonostante l’atto sia estremamente negativo, c’è spazio per la comprensione e l’indulgenza riguardo al peccato.

Invece, dall’altro canto, i Midianiti, che vivevano a est di Moab, non avevano motivo di temere gli Israeliti. Il loro coinvolgimento era dettato dalla malizia, cattiveria e dal desiderio di distruzione. Cercavano di indurre gli Israeliti al peccato perché volevano entrare in una lite che non li riguardava. Per questo, pagheranno un prezzo altissimo.

Se una persona agisce con la tendenza di incitare alla discordia e a causare conflitti, questo è il motivo peggiore. Tuttavia, se una persona commette un peccato, anche se fosse un peccato grave, se il suo motivo è la paura e la preoccupazione, possiamo comprendere e condividere i suoi sentimenti.

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