Tutte le principali testate hanno riportato la notizia degli scontri avvenuti a Vicenza durante le Manifestazioni organizzate dai Centri sociali contro la presenza di Israele alla Fiera Vincenzoro. Nei manifesti si parla di manifestare contro il padiglione di Israele che non era neppure presente. Vi erano solo gli operatori di tre ditte israeliane del settore.
Cinque manifestanti sono stati denunciati dopo gli incidenti avvenuti tra manifestanti e forze dell’ordine . I disordini sono avvenuti quando un gruppo di manifestanti ha tentato di cambiare il percorso del corteo per raggiungere il centro fieristico di Vicenza. In testa al corteo i manifestanti con cartelli con su scritto “Stop global war” e “Free palestine”. Gli agenti hanno compiuto una carica di alleggerimento con l’uso anche degli idranti. Sono 10, in tutto, i feriti da parte delle forze dell’ordine a seguito degli scontri. Si tratta di feriti lievi medicati perlopiù per escoriazioni e contusioni. Nove sono agenti dei Reparti Mobili impegnati nella gestione dell’ordine pubblico, mentre il decimo ferito è un funzionario della Digos di Venezia.
“Una manifestazione di assoluta violenza, con tanto di artifizi modificati e contenenti schegge metalliche, che dimostrano una chiara volontà di fare più male possibile e come in questo come in tanti altri casi ci si trovi di fronte a veri criminali organizzati”. Così in una nota Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp Polizia di Stato.
Ancora oggi, ci segnalano da Vicenza, (ndr) vi sono manifesti e cartelli che annunciano le manifestazioni ed i cortei . In un a caso addirittura affissi sulla recinzione di un cantiere edile a fianco del regolare cartello della direzione che vieta l’ingresso alle persone non addette ai lavori. Stupisce dunque che i responsabili del cantiere non abbiano sentito il bisogno di rimuovere i manifesti affissi illegalmente.
L’ebraismo italiano attraverso la voce della sua Presidente , condanna la violenza a “Vincenzoro”
Riportiamo la nota della Presidente UCEI Noemi Di Segni,
“Cessate il fuoco delle parole lo diciamo noi a chi continua ad accusare Israele di crimini di guerra e genocidio, con slogan basati sulla nazionalità e sulla fede, dando credito solo alla propaganda di Hamas e nuova vita a pregiudizi che speravamo estinti”. Lo dichiara la Presidente dell’UCEI Noemi Di Segni da Cracovia dove partecipa a un viaggio organizzato assieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito con un gruppo di studenti italiani. In Polonia “per comprendere cosa significhi studiare la Memoria in modo rispettoso e coerente con la tragedia della Shoah”.
La violenza di ieri alla fiera Vicenzaoro – riprende Di Segni – è stata un’aggressione avvenuta in un clima di irresponsabile legittimazione dell’odio, di distorsione e abuso di concetti e principi costituzionali.
E così, nell’Italia che si avvia alla celebrazione del Giorno della Memoria il prossimo 27 gennaio, con la campagna elettorale per le Europee già iniziata, parte la caccia all’ebreo-israeliano o all’israeliano-ebreo. E questo dopo lo sdoganamento del saluto romano. Due gesti violenti – l’ostentazione del saluto romano e la caccia all’ebreo – protetti dalle libertà costituzionali mentre a rischio diventa la vita di chi cammina con la kippah sulla testa o una stella di Davide al collo, chi partecipa a una fiera, o prosegue una ricerca accademica in alcuni atenei dove l’odio antisionista prevale.
L’UCEI fa appello a tutti gli schieramenti politici, a chi insegna all’università o nelle scuole affinché cessi la violenza verbale, un assist al terrorismo e allo squadrismo di centri sociali o di neofascisti, in nome della solidarietà con un popolo e una terra che non conoscono per nulla. Che vengano qua in Polonia, nella terra dello sterminio fatto fabbrica, prima di organizzare manifestazioni e cortei”.