L’umiltà come prerequisito per il ruolo – Parashat Shemini
di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele
tradotto ed adattato da David Malamut
Aronne era riluttante ad assumere l’importante ruolo del sacerdozio. Si sentiva indegno e si vergognava e aveva paura di eseguire le istruzioni di Moshe. La risposta di Moshe fu breve e tagliente: Perché ti vergogni?
Parashat Shemini descrive la dedicazione al lavoro nel Tabernacolo, il Mishkan. Dopo i sette giorni di “milu’im” in cui Aaron Hakohen, il Sommo Sacerdote, e i suoi figli impararono da Mosè il lavoro del Tabernacolo, Aaronne iniziò l’ottavo giorno a lavorare da solo nel Tabernacolo.
La descrizione della dedicazione del Tabernacolo inizia con Mosè che istruisce Aronne e i suoi figli sui sacrifici speciali che avrebbero dovuto offrire in quel giorno festivo. Successivamente possiamo leggere dei sacerdoti e di tutto il popolo (Levitico 9, 5): <<Essi recarono davanti al padiglione di congregazione (=tabernacolo) ciò che comandò Mosè, e tutta la congrega s’avvicinò, e stette innanzi al Signore.”>>
Allora Mosè si rivolse a suo fratello Aronne e gli disse (Levitico 9, 7):
<<Indi Mosè disse ad Aronne: Appressati all’altare, e fa il tuo sacrifizio d’aspersione ed il tuo olocausto, e propizia per te e pel popolo, e fa il sacrifizio del popolo, e propizia per essi, come il Signore ha comandato.>>
E infatti, Aaron così fece (Levitico 9, 8):
<<Aronne s’appressò all’altare…>>
Rashi ha individuato una certa ripetizione in questi versi. Dopo che Mosè istruì Aronne e i suoi figli cosa dovevano sacrificare, perché Aronne non si avvicinò per eseguire quello che è stato richiesto da lui e Mosè dovette dirgli di nuovo “Avvicinati all’altare”? Le istruzioni dettagliate fornite in precedenza non erano sufficienti per Aronne?
A questo proposito, Rashi riporta le parole del Sifra – “Torat Kohanim” (un Midrash sul Levitico composto nei primi secoli e.v.). E Rashi scrive:
“Quel Aaron era timido e aveva paura di avvicinarsi. Allora Mosè gli disse: Perché ti vergogni? Per questo sei stato scelto!”
Aaron esitò ad assumere l’importante ruolo del sacerdozio. Si sentiva indegno, si vergognava e aveva paura di eseguire le istruzioni di Mosè. La risposta di Mosè fu breve e tagliente: Perché ti vergogni? Per questo sei stato scelto!
La risposta di Mosè può essere intesa in due modi. Nel modo semplice e diretto, il significato della risposta è questo: non hai motivo di vergognarti, perché questo è il ruolo per il quale sei stato scelto. Non sei stato tu a scegliere il ruolo del sacerdozio, è stato Dio che ti ha conferito il ruolo, e devi mettere da parte i tuoi sentimenti di vergogna e paura ed eseguire ciò che ti spetta.
Nel secondo modo, che esprime un altro tipo di pensiero, l’Ari HaKadosh (Rabbi Isaac Luria, il grande cabalista del XVI secolo) scrive che Mosè rimase colpito dai sentimenti di Aronne e gli disse: “Proprio a causa dei tuoi sentimenti di vergogna e paura, sei stato scelto per il ruolo di sacerdozio. Il fatto che tu non sia pieno di ego e veda il sacerdozio come non un’opportunità di potere, ma piuttosto tema il ruolo, è ciò che ti rende degno di questo ruolo.”
Conosciamo sacerdoti di altre generazioni che sfruttarono il loro ruolo per estorcere e sfruttare la gente. Vedevano il sacerdozio come una leva per arricchirsi, un modo per alimentare il proprio ego, finché non presero il controllo del Tempio e lo trasformarono in una fonte di reddito privata. Questa tentazione è davanti a ogni persona che detiene il potere nelle proprie mani, ma è raddoppiata quando si tratta del sacerdozio e della responsabilità del luogo più importante per il popolo ebraico: il Tempio.
Il Tabernacolo è stato costruito con i contributi dell’intera nazione, e anche i sacrifici offerti regolarmente hanno richiesto fondi dalle casse pubbliche, appunto, per esprimere il concetto che il Tempio non è proprietà privata dei sacerdoti, ma un luogo destinato a tutto il popolo. I sacerdoti dovevano interiorizzare questa intuizione e vedere sé stessi come funzionari pubblici impegnati in un lavoro sacro per l’intero popolo. La vergogna e la paura di Aaronne, che provò quando entrò nel sacerdozio, furono la prova più evidente della sua profonda idoneità al ruolo.
Questo è vero per quanto riguarda il sacerdozio ed è vero per qualsiasi potere che una persona detiene, sia per l’autorità della sua posizione che per lo status che detiene. Un genitore, un educatore, un parlamentare o un rabbino: sono tutti ruoli pensati per il pubblico. E come tale, il presupposto necessario per l’adempimento del ruolo è il tratto dell’umiltà, che impariamo da Aaron HaKohen.