LIBRI – Una nuova edizione per il midrash sulla Genesi
«Un testo tanto suggestivo quanto complicato da capire fino in fondo, ma se fosse tanto semplice non ci sarebbe alcun piacere nell’imbarcarsi nel suo studio», scrive rav Di Segni, allievo in gioventù di Ravenna ed estimatore di quella sua «impresa pionieristica» svolta in un momento in cui in italiano, di testi rabbinici di base, era disponibile solo la traduzione classica della Mishnà fatta da Vittorio Castiglioni «e poi completata da Emilio Schreiber».
«Alcuni midrashim seguono sistematicamente il testo biblico che commentano; altri sono discorsi che assumono come punto di partenza la lettura proclamata nella sinagoga. Ogni occasione però è adatta per parlare: nelle case, in sinagoga, nelle scuole, ai sabati e nelle feste, negli avvenimenti principali della vita pubblica e privata», sottolinea Ravenna illustrando al lettore la centralità midrash nell’ebraismo, sia esso di tipo illustrativo-narrativo o giuridico-normativo. Bereshit Rabbah è il midrash più antico della collezione Rabbot ed è incentrato sulle storie della Genesi. Il rabbino Ravenna, nato a Ferrara nel 1899 e morto a Roma nel 1981, dedicò a quella traduzione molte energie. Per capirne la portata in termini anche quantitativi Di Segni ricorda che oggi per tradurre un testo impegnativo «vengono utilizzate squadre di esperti che non sono solo i traduttori, ci sono i revisori di contenuto e linguistici, i redattori, ed è possibile utilizzare un software dedicato come si sta facendo per la traduzione del Talmud Babilonese», senza dimenticare la possibilità di inserire un apparato di note «che aiutano a dipanarsi nei segreti del testo». Tutto questo però «non c’era» quando il suo vecchio maestro si imbarcò in quella traduzione.
Il risultato è un testo di fondamentale importanza, ma anche «da maneggiare con cura, fermandosi sui singoli insegnamenti». E magari, suggerisce il rav, con accanto qualcuno più esperto che possa essere di guida e supporto.
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