La grandezza dello Shabbat HaGadol

 In Dall'Ufficio Rabbinico

di Rabbino Aryeh A. Frimer (ESRA magazine https://esra.org.il/)

tradotto da David Malamut

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Rabbino Lord Jonathan Sacks zt”l

Pesach è una notte di domande, ma ce n’è una che non ci poniamo, ed è davvero significativa.

Perché c’era Pesach, in primo luogo? Perché anni di sofferenza e schiavitù? È vero, Israele alla fine fu redento e riacquistò la libertà. Tornò alla terra promessa ai suoi antenati secoli prima. Perché, però, la necessità dell’esilio? Perché Dio non dispose semplicemente che i nostri antenati Abramo, Isacco o Giacobbe ereditassero la terra di Canaan? Se gli Israeliti non fossero scesi in Egitto ai tempi di Giuseppe, non ci sarebbero state sofferenze e non ci sarebbe stato bisogno di redenzione.

Perché Pesach? E perché è così importante rivivere questa schiavitù ogni anno?

Nella sua Haggadah, il rabbino Jonathan Sacks (http://www.rabbisacks.org/unasked-question-taken-koren-sacks-haggada) sostiene che il termine ebraico per libertà, Herut, non si riferisca solo alla libertà fisica, ma, soprattutto, anche alla redenzione mentale, morale e intellettuale. Dovremmo essere pensatori indipendenti con valori indipendenti. Ma la verità è che la libertà non è naturale. Potremmo dire che è al contrario, la storia ha dimostrato che l’ordine naturale nelle società umane, proprio come anche nel regno animale, è che i forti predano e dominino i deboli. Nulla è più raro o più difficile da raggiungere di una società di pari dignità per tutti. Sembrerebbe che Israele abbia dovuto perdere la sua libertà prima di poterla apprezzare. Spesso, solo ciò a cui perdiamo prestiamo piena attenzione.

Israele dovette subire l’esperienza della schiavitù e del degrado prima di poter imparare, conoscere e sentire intuitivamente che c’è qualcosa di moralmente sbagliato nell’oppressione. Né esso, né alcun altro popolo, poteva portare questo messaggio in perpetuo senza riviverlo ogni anno, assaporando il sapore aspro del pane dell’afflizione e l’amarezza della schiavitù. Così, alla nascita della nazione, si creò un desiderio di libertà che era al centro stesso della sua memoria e della sua identità.

Se Israele avesse raggiunto immediatamente la nazionalità nell’era dei Padri senza l’esperienza dell’esilio e della persecuzione, avrebbe, come tante altre nazioni nella storia, dato per scontata la libertà; e quando la libertà viene data per scontata, ha già iniziato a perdersi. Israele divenne il popolo concepito nella schiavitù affinché non cessasse mai di desiderare la libertà, e comprendesse che la libertà è tutt’altro che naturale. Richiede una vigilanza costante e una lotta morale incessante. Israele ha scoperto la libertà perdendola. Che non la perdiamo mai più!

Perché lo Shabbat prima di Pesach si chiama Shabbat haGadol, il “Grande Shabbat“? Perché, secondo la tradizione, lo Shabbat prima della redenzione cadeva il 10 di Nissan. In questo giorno agli ebrei veniva ordinato di sacrificare pubblicamente un agnello, la Divinità degli Egizi, come agnello pasquale, un Korban Pesach. Questo atto coraggioso ci ha richiesto di affermare la nostra identità unica e di rompere con i valori della cultura dominante del tempo. È stato durante lo Shabbat haGadol che abbiamo dimostrato di avere il coraggio di essere diversi, di essere redenti fisicamente e spiritualmente. È stato durante lo Shabbat haGadol che abbiamo smesso di essere passivi e siamo diventati partecipi nel processo di redenzione.

Preghiamo che questo Nissan ci avvicini alla redenzione finale e alla celebrazione completa della Pesach – con Matzah, Maror e Korban Pesach.

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