La famiglia dei molti linguaggi, dalla Torah al presente

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A Verona , 22 settembre Di tantse mishpokhe di e con Miriam Camerini

Vi proponiamo l’intervista pubblicata su Pagine Ebraiche

Eclettica artista milanese nata a Gerusalemme, dove sta studiando per diventare la prima donna rabbino italiana nell’ambito dell’ortodossia, Miriam Camerini ha pronto un nuovo spettacolo da proporre. Si intitola Di tantse mishpokhe, un gioco di parole tra il termine che definisce la danza in yiddish (tants) e l’espressione «ironica, ma a tratti anche minacciosa» che nella stessa lingua indica «l’intera famiglia». Cioè gantse mishpokhe.
Visto l’argomento scelto, il debutto avverrà in occasione della prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica (15 settembre), incentrata quest’anno sul tema della famiglia declinato con l’ausilio anche dell’arte. Di tantse mishpokhe andrà in scena nella serata inaugurale di Torino, la città capofila per l’Italia, e sarà poi accolto, sempre nell’ambito della Giornata, in tre altre città: Genova, Padova e Verona. Di tantse mishpokhe è sia un concerto che uno spettacolo, anticipa Camerini. Partendo dalle famiglie citate nella Bibbia e nella letteratura rabbinica, l’idea è di interrogarsi sul significato passato e presente «dell’istituzione più antica del mondo », anche attraverso un viaggio nelle canzoni che nel corso dei secoli e millenni hanno affrontato amore e matrimonio, maternità e paternità. Ma anche «la ribellione, la nostalgia di casa, il sogno di crearne una e il desiderio di fuggirne».
C’è tanto da proporre «anche guardando alla vivace realtà israeliana», sottolinea Camerini. Espressione secondo l’artista «di una società che è molto più avanti di tante nazioni europee; eloquente è la possibilità di ottenere, a determinate condizioni, il diritto alla maternità surrogata». Un tema fluido, oggetto di confronto e dibattito continuo. «Rilevante è in quest’ottica il contributo alla riflessione del rabbinato, con una halakhah sorprendentemente aperta in tanti ambiti», sostiene Camerini. Anche di questo si parlerà nel concerto-spettacolo di settembre, insieme «a storie bibliche di famiglie che vanno in pezzi e si ricompongono: per farlo attingerò alla forza evocativa del Midrash».
Tra le donne della Tradizione di cui saranno ripercorse le vicende «ci sarà Agar, la seconda moglie di Abramo, classico esempio di madre surrogata». Ma anche la figlia del faraone che salvò e adottò Mosè «crescendo, non ebrea, il futuro leader del popolo ebraico». Storytelling e pentagramma, ma anche conversazioni aperte: tutto sarà d’aiuto per riflettere attorno «all’istituzione più complessa, multiforme, flessibile e longeva dell’umanità». Contribuendo a creare, nelle parole di Camerini, «una famiglia “organica” di molti linguaggi».

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