La bellezza della trasparenza

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele

tradotto ed adattato da David Malamut

La Parsha di Pekudei presenta un resoconto dettagliato delle donazioni totali fornite dai Figli di Israele. La Torah specifica la quantità di oro, argento e rame che è stata ricevuta e, nel farlo, descrive ancora una volta come ogni materiale è stato utilizzato nella costruzione del Mishkan(Tabernacolo).

Nulla nella Torah è superfluo. Da ogni parola, e persino da ogni lettera, i nostri saggi hanno ricavato sentenze halachiche o insegnamenti etici. Anche in questa parasha, che ripete la storia della costruzione del Mishkan senza apparentemente aggiungere nuove informazioni, i nostri saggi estraggono lezioni profonde. Una di queste è una caratteristica cruciale che deve essere parte integrante del carattere di un leader: trasparenza e responsabilità.

Mosè, che l’intera generazione del deserto conosceva come “l’uomo di Dio“, colui che aveva redento Israele dall’Egitto per comando divino, che aveva portato la Torah dal cielo e attraverso il quale era scesa la manna, avrebbe potuto facilmente comandare la raccolta di donazioni per il Mishkan e le vesti sacerdotali, distribuire i fondi tra gli artigiani e aspettarsi che il popolo si fidasse della sua integrità. E tuttavia, non lo fece.

L’inizio della nostra parasha è dedicato a una contabilità meticolosa, il cui unico scopo è dimostrare una leadership inattaccabile e trasparente. Questo è un messaggio vitale a quei tempi e per generazioni future.

Il Midrash Tanchuma (Rabbi Tanchuma bar Abba, un Amorai in Eretz Yisrael del IV secolo d.C.) descrive la scena come segue:

<<Mosè disse: “So che gli Israeliti sono inclini a mormorare; perciò renderò loro conto di tutto il lavoro del Mishkan”. Cominciò a fare i conti con loro: “Questi sono i conti del Mishkan”, e fornì un resoconto per ogni articolo: oro, argento e rame. Disse: “L’argento del censimento della comunità ammontava a 100 talenti e 1775 sicli… Cento talenti d’argento furono usati per fondere le basi… L’offerta di rame ammontava a settanta talenti”.

Tuttavia, mentre esaminava i conti di ogni articolo e di come erano stati utilizzati nel Mishkan, si rese conto all’improvviso di aver dimenticato di contabilizzare 1775 sicli, che erano stati utilizzati per fare i ganci per i pilastri e non erano facilmente visibili. Rimase lì, perplesso, e disse: “Ora Israele sospetterà che io li abbia presi!”

Rivede ogni singolo elemento del lavoro, e poi Dio illuminò i suoi occhi. Alzò lo sguardo e vide che erano stati effettivamente utilizzati per i ganci dei pilastri. Immediatamente gridò a gran voce: “E i 1775 [sicli] sono stati utilizzati per fare i ganci per i pilastri”. In quel momento, Israele fu pacificato.

E cosa ha causato questa situazione? Il fatto che si sia preso il tempo di dare un resoconto completo: “Questi sono i resoconti del Mishkan”.>>

(Midrash Tanchuma, Pekudei 7)

Un leader detiene il potere. Può dire: “So che sto agendo con integrità. Non mi è mai passato per la testa di rubare, e coloro che mi conoscono dovrebbero smettere di infastidirmi con i loro dubbi e sospetti. Sanno chi sono“. Anche se questo può essere vero, ma non è saggio.

Mosè, il più grande leader del popolo ebraico per tutte le generazioni, ci insegna che un approccio diverso è di gran lunga migliore. Anche quando l’onore e l’autorità di un leader gli sussurrano: “Goditi la tua posizione di superiorità; non abbassarti o umiliarti di fronte al popolo“, dovrebbe scegliere la strada alternativa. Perché a lungo andare, questa è la strada più facile. È meglio reprimere il proprio ego all’inizio che lottare in seguito con un continuo mormorio e una mancanza di fiducia da parte del popolo.

Lo Shnei Luchot HaBrit (un’opera fondamentale sulla filosofia della Torah e l’interpretazione cabalistica del rabbino Isaiah Horowitz) conclude il suo commento alla Parsha di Pekudei citando questo Midrash e aggiungendo:

Da qui, ogni persona dovrebbe imparare a essere al di sopra di ogni sospetto… Non pensi: ‘Ma io sono un uomo di fede!’ Tuttavia, faccia derivare dal più forte il ragionamento, da Mosè, il nostro maestro…

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