ISRAELE – Le salme degli ostaggi e il paese in lutto

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È un giorno di lutto silenzioso in Israele. È un giorno di «agonia e dolore. Non ci sono parole. I nostri cuori, i cuori di un’intera nazione, sono a pezzi», commenta il capo dello stato, Isaac Herzog. Le salme di quattro ostaggi vengono consegnate dalla Croce rossa internazionale a Tsahal, dopo il macabro spettacolo inscenato da Hamas a Gaza. I media israeliani evitano di mostrare le scene delle quattro bare esposte dai terroristi palestinesi come fossero trofei attorno. Bare su cui gli aguzzini hanno posto le foto di quattro sequestrati il 7 ottobre 2023: Shiri Bibas, i due figli Kfir e Ariel, e Oded Lifshitz. Le famiglie chiedono rispetto e attendono l’identificazione ufficiale da parte delle autorità mediche israeliane. Herzog, a nome dell’intero paese, chiede perdono alle vittime: «Perdono per non avervi protetto in quel giorno terribile. Perdono per non avervi riportato a casa sani e salvi».
Centinaia di persone in tutto Israele si sono radunate in piazza in segno di lutto portando con sé le bandiere con la stella di Davide. Cortei spontanei presidiano le strade dove passano i veicoli militari che riportano indietro le salme. Prima del ritorno, il rabbino capo delle Forze di Difesa Israeliane, il generale di brigata Eyal Karim, ha tenuto nella Striscia di Gaza una cerimonia militare in onore dei quattro ostaggi uccisi. Le bare sono state coperte con le bandiere israeliane. «La rabbia rimarrà per sempre nelle famiglie coinvolte, compresa la mia», ha dichiarato il figlio di Oded Lifshitz, Yizhar. «Mio padre tornerà al kibbutz Nir Oz, dove sarà sepolto. Lui e mia madre hanno costruito Nir Oz. La sua storia personale finisce qui, ma non quella del kibbutz», ha affermato Yizhar, chiedendo al pubblico di lottare per il ritorno di tutti gli ostaggi ancora in mano a Hamas. «Questa storia non finisce oggi, per nessuno. Finirà quando tutti saranno a casa».

(Foto della polizia israeliana)

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