Il suo interno è pieno d’amore

 In Dall'Ufficio Rabbinico, Parashà della Settimana

di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele

Tradotto ed adattato da David Malamut

Nella parasha di questa settimana, Dio comanda la costruzione dell’Arca dell’Alleanza, che conteneva le tavole dell’Alleanza che Dio diede a Mosè sul Monte Sinai. Nessuno ha mai visto l’Arca; era l’unico contenitore posto all’interno del luogo chiamato Santo dei Santi, dove era vietato l’ingresso. Mentre gli israeliti vagavano nel deserto, erano in grado di vedere tutti i vasi sacri del Tabernacolo, ad eccezione dell’Arca, che, a causa della sua immensa santità, era coperta da molteplici coperture.

In cima all’Arca c’erano due cherubini fatti di oro puro, di cui la nostra parasha leggiamo:

<<I cherubini avranno le ali tese in alto, riparando colle loro ali sul coperchio, ed avranno le facce l’uno rimpetto all’altro; verso il coperchio saranno i volti dei cherubini.>> (Esodo 25, 20)

Dai cherubini, Dio avrebbe comunicato con Mosè:

<<Ed ivi mi congregherò a te [mi troverò teco], e parlerò con te d’in sul coperchio,

di mezzo ai due cherubini, situati sull’arca della Legge, tutto ciò i cui, avrò a incaricarti presso i figli d’Israel.>> (Esodo 25, 22)

Secondo i saggi (Talmud Bavli, trattato di Bava Batra pagina 99a), i cherubini avevano la forma di neonati. Quando gli israeliti hanno adempiuto alla volontà di Dio, i cherubini si sono affrontati l’un l’altro, simboleggiando amore e affetto. Tuttavia, quando gli israeliti peccarono, i cherubini si allontanavano l’uno dall’altro.

Don Isaac Abarbanel (1437–1509), il famoso commentatore biblico di origine portoghese, filosofo ebreo e statista che servì come tesoriere per i regni di Portogallo, Castiglia e Aragona, e come consigliere per i governanti di Napoli e della Repubblica di Venezia, spiegò il significato di collocare queste particolari figure sull’Arca nel Santo dei Santi:

I loro volti erano rivolti l’uno verso l’altro per insegnare che tutti quelli chiamati con il nome di Israele devono prima dirigere le loro ali e i loro pensieri verso l’alto, per servire il loro Creatore nelle questioni tra loro e Dio. Eppure, allo stesso tempo, i loro volti devono essere l’uno verso l’altro, il che significa che devono amare i loro simili in materia tra una persona e l’altra.

L’oggetto che Dio ordinò di essere collocato in modo permanente nel luogo più sacro della terra, dove dimora la Presenza Divina, erano i volti puri di bambini innocenti, che non avevano mai peccato, i cui occhi e cuori erano diretti verso l’alto verso l’Onnipotente, e i cui volti erano rivolti l’uno verso l’altro in amore e affetto.

Un riflesso di questa idea si trova anche nel comando di Dio riguardo alla costruzione dell’Arca. Mentre la costruzione del Tabernacolo e dei suoi vasi era assegnata solo a Mosè, con ogni istruzione scritta in forma singolare (“E tu farai…“), l’Arca è unica in quanto la Torah afferma: “E faranno un’Arca…” – in forma plurale. Questo, come spiegato da Nachmanide (detto Ramban), indica che l’Arca, che ospita la Torah e funge da sede della Presenza Divina, doveva essere costruita da tutto il popolo ebraico, in unità, sia in azione che nel pensiero.

Il Santo dei Santi rappresenta l’amore, l’amore di Dio per il popolo ebraico e l’amore tra il popolo ebraico stesso. Ecco perché, quando re Salomone descrive poeticamente il Tempio, si riferisce al Santo dei Santi e all’Arca dell’Alleanza in queste parole:

I suoi interni sono pieni d’amore.

(Cantico dei Cantici 3, 10; vedere Rashi e Targum Yonatan in quella sezione)

Il Talmud afferma che al momento della distruzione del Tempio, mentre il popolo ebraico fu mandato in esilio, i cherubini furono trovati ad abbracciarsi l’un l’altro:

Quando gli invasori entrarono nel santuario, videro i cherubini intrecciati in un abbraccio“.

(Talmud Bavli, trattato di Yoma pagina 54b)

Questo insegna che l’esilio e la distruzione non significano la fine dell’amore di Dio per Israele. Al contrario, segnano l’inizio di un processo di guarigione e riparazione, che alla fine porterà a un mondo perfezionato e all’amore eterno.

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