Bella come la Luna – Parashat Bo 5785
di Rav Shmuel Rabinowitz, Rabbino del Kotel e luoghi sacri in Israele
tradotto ed adattato da David Malamut
Nella nostra Parsha di questa settimana troviamo il primo comandamento dato alla nazione ebraica, ovvero il comandamento di “santificare il mese”, determinando l’inizio del mese secondo la luna nuova.
Secondo Rashi (Rabbi Shlomo Yitzchaki – il noto e famoso commentatore biblico), sarebbe stato opportuno che la Torah iniziasse con questo comandamento; tuttavia, la Torah precede i comandamenti con la struttura cronologica del mondo, inclusa una descrizione dell’atto di creazione, il lignaggio degli antenati e la storia della schiavitù egiziana e della redenzione miracolosa – per dimostrare al mondo la provvidenza e la sovranità di Dio su tutte le parti della creazione e la donazione della Terra d’Israele al popolo ebraico.
Il comandamento di “santificare il mese”, che Dio ha scelto come primo comandamento da dare a Israele insieme alla redenzione dall’Egitto, non è semplicemente un’istruzione tecnica per coloro che stabiliscono il calendario su come e quando determinare il nuovo mese, ma questa parte contiene un principio centrale profondamente radicato nell’esperienza ebraica.
Il re Salomone, nel “Cantico dei Cantici”, nel descrivere l’amore di Dio per il popolo d’Israele, esprime la bellezza del popolo agli occhi di Dio come la luna:
<<Chi è costei che si affaccia come l’aurora, bella come la luna, limpida come il sole, terribile come esercito in campo?>>(il Cantico dei Cantici 6, 10)
La bellezza della luna sta nella sua natura. Ogni mese la luna diminuisce fino a scomparire. La sua luce si affievolisce e si vede appena, ma poi rinasce. Gradualmente cresce finché, a metà del mese, la luna è sempre piena, raggiante e bella.
“Il popolo d’Israele è paragonato alla luna” (Talmud babilonese, trattato di Sanhedrin pag. 42a) perché il popolo ebraico ha la capacità di reinventarsi dopo l’oscurità e la scomparsa. Il sole è sempre grande e forte, non ha alti e bassi, non diminuirà né scomparirà mai. È infatti grande ma non si rinnova, a differenza della luna che rinasce e cresce.
Nella nostra Parsha, Dio dice al popolo d’Israele subito prima della redenzione da Egitto, poco prima della loro costituzione come popolo eletto:
<<Questo mese è per voi il capo dei mesi, esso dev’essere per voi il primo tra i mesi dell’anno.>> (Esodo 12, 2)
Questo rinnovamento è tuo e ti caratterizzerà in ogni momento e in ogni situazione.
Negli ultimi giorni, i cuori di milioni di ebrei in tutto il mondo hanno battuto all’unisono. Un po’ di luce si è riaccesa dopo il buio dell’anno trascorso in cui il popolo d’Israele ha sperimentato tanto dolore e oscurità. Un’intera nazione trattiene il fiato in attesa che gli ostaggi ritornino a casa. Questa è la gioia di un popolo amorevole.
È molto difficile gioire pienamente, mentre aspettiamo il ritorno di tutti i nostri fratelli e sorelle che sono nelle tenebre. Siamo addolorati e abbiamo il cuore spezzato per la perdita di bellissime giovani vite. In effetti, la luna non splende ancora perfettamente, ma nell’oscurità della notte porta con sé una luce morbida, silenziosa e pacifica. Una luce di rinnovamento e di gioia.
Ma nel futuro, nell’era della redenzione, la luce sarà forte ed eterna come la luce del sole, e allora il popolo di Israele sperimenterà una gioia pura, incessante. Quando si compirà la profezia di Isaia, recitata ogni mese nella preghiera “Kiddush HaLevanah” vedendo la luna crescere nella prima metà del mese:
<<E la luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte maggiore, come sarebbe la luce di sette giorni insieme; nel giorno che il Signore avrà fasciata la rottura del suo popolo, e risanata la ferita della sua percossa>> (Isaia 30, 26) יָפָה כַלְּבָנָה