A Vicenza manifestazione pro Israele
Vicenza 25 gennaio
di Paola Farina
Manifestazione a sostegno di Israele, degli ostaggi e delle vittime di Israele, oggi in Contra’ Cavour a Vicenza ( evento organizzato dada Più Europa e ViCult). Proprio nella città che è stata protagonista di un’ondata di antisemitismo e antisionismo il giorno 20 gennaio.
Diciamo, partecipata “proporzionalmente”. Sappiamo benissimo che quando ci sono manifestazioni a favore di Israele non c’è una grande affluenza di partecipanti, del resto, nel mondo ci sono solo 15 milioni di ebrei contro 2 miliardi di musulmani (il 25% della popolazione mondiale).
Non ci sono stati episodi di grande intolleranza, fatto salvo un ragazzo che si è defilato urlando “voi siete in pochi, la Palestina vincerà”, una radical chic con un bulldog francese che ha espresso “non avete nemmeno un po’ di vergogna e pudore” e un signore attempato che, all’altezza della galleria del Bar Italia, al rientro, ci ha accusato di essere costatitanto in forze dell’ordine (saranno costato poco quelli del 20 gennaio!).
Il flusso delle persone è stato costante intorno alle 60, per raggiungere un picco di circa 90. Naturalmente tutti solidali con Israele.
Sono intervenuti, tra gli altri, il rabbino Tomer Corinaldi per la Comunità Ebraica di Verona e Vicenza, il presidente della Comunità Ebraica di Padova, avv. Gianni Parenzo, Enrico Richetti ed è scesa in campo anche la dottoressa Edda Fogarollo, Presidente di Cristiani per Israele. Tutti e tre uniti per supportare la democrazia israelianae cercare di combattere contro l’antisemitismo sempre più crescente, a volte mascherato da antisionismo. Ed a evidenziare anche quanto sia ingiusta e pesante l’accusa di genocidio nei confronti degli israeliani
Una famiglia di turisti ebrei americani si sono uniti a danze e canti. Certo, ai curiosi deve essere sembrato strano veder cantare e ballare, davanti al manifesto delle vittime ma l’ebraismo crede all’esistenza di una vita nell’aldilà, l’Olam habah, “il mondo che viene”, e al giudizio, alla ricompensa nei cieli e alla punizione divina. Permane sempre il sogno, la speranza di veder ritornare gli ostaggi, vivi, per cui bisogna sempre aggiungere nei momenti dolorosi la speranza di un futuro migliore.
Si è cantato l’inno nazionale, HaTikvah (in ebraico התקו, La Speranza), il testo è stato scritto da Naftali Hertz Imber, un ebreo galiziano laico e proto-sionista (Hovevei Zion o Hibbat Zion) che emigrò in terra d’Israele nel 1882.
Rassegna Stampa
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