7 ottobre – ad un anno dall’orrore Verona non dimentica
E’ trascorso un anno ma è come se il tempo si fosse congelato. Siamo andati avanti con le nostre vite tra numerose difficoltà ma i nostri pensieri tornano sempre in quel luogo ed in quel momento.
La Comunità ebraica veronese si è riunita domenica scorsa il Sinagoga per ricordare le vittime e pregare per la liberazione degli innocenti ostaggi ancora in mano agli assassini.
Un straziante attesa che dura da 365 lunghi giorni.
La Presidente Anna Trenti Kaufman nel suo intervento introduttivo ( scarica intervento completo qui) ha ricordato “la drammatica giornata 7 ottobre 2023 nella quale i miliziani di Hamas hanno ucciso 1200 persone, in gran parte civili disarmati, andando di casa in casa e sequestrando 240 persone. E’ passato un anno e questo anniversario è particolarmente doloroso perché quel che è avvenuto quel giorno non è ancora finito”
David Malamut, Consigliere della Comunità, nel suo intervento (scarica intervento completo qui) ha rivolto il suo saluto alle famiglie che sono in attesa del ritorno degli ostaggi, le famiglie in lutto, le famiglie sfollate, i soldati dell’esercito e coloro che fanno parte dei corpi delle forze di sicurezza.“Oggi, siamo a un anno dagli eventi sconvolgenti, barbarici che hanno fatto ampliare un conflitto esistente da tempo”
“Si è volutamente scelto di tenere la commemorazione il sei ottobre , spiega il Rabbino Corinaldi, perché coincide con il digiuno di Gedalia secondo il calendario ebraico.”
“Il significato profondo di questo digiuno, risiede nel fatto che è stato istituito a causa dell’odio tra ebrei, che portò all’assassinio di Gedalia, figlio di Achikam, il governatore di Gerusalemme dopo la distruzione del Primo Tempio. Questo evento segnò la fine della presenza ebraica a Gerusalemme. L’omicidio fu compiuto con il sostegno dei nemici del popolo ebraico, rappresentati dal re di Ammon.La storia si ripete: i nostri nemici osservano le divisioni tra di noi, vedono debolezza e, di conseguenza, attaccano. Quando siamo uniti, siamo più forti. Il digiuno ci invita a un esame di coscienza. Perciò, dobbiamo ricordare ciò che ha portato all’orrore e al massacro, avvenuti fino al 6 ottobre, che sorprendentemente, coincide proprio con il digiuno di Gedalia.”
“Ecco il nostro importante insegnamento: promuovere l’unità e l’amore tra di noi, senza differenze se siamo di sinistra o di destra, religiosi o laici, sefarditi o aschenaziti, ecc. Siamo diversi. Siamo un mosaico di culture e opinioni. È giusto avere differenze e discutere tra di noi. Ma non dobbiamo mai odiare”
In silenzio e raccoglimento abbiamo ascoltato le toccanti testimonianze di Or e Ziv , gli studenti che hanno prestato servizio come soldati a Gaza.
E’ stato proiettato un filmato, curato da Federica Iaria (documentarista ed attivista impegnata nella lotta contro la disinformazione e le fake news su Israele) dal titolo 7 ottobre 2023 – Dal Nova ai Kibbutzim – IL DOLORE INTENZIONALE- Un montaggio di filmati originali e testimonianze dal massacro del Nova Festival alla devastazione di kibbutzim del sud.
Nel filmato ascoltiamo le disperate ed angoscianti telefonate dei ragazzi ai loro genitori : “ papà mi hanno sparato… “mamma aiutaci …ci hanno sparato, la macchina è stata colpita , non possiamo guidare , sono tutti feriti”. E le immagini continuano a scorrere per 30 infiniti e dolorosi minuti con le parole di Moran Yanai, rapita al Nova festival che racconta la terribile prigionia a Gaza tra abusi fisici e psicologici. Abbiamo ascoltato le ultime parole di Amit Mann, infermiera che ha dedicato la propria vita a salvare gli altri, e la sua voce spezzata dal dolore di veder morire le persone e sapere di essere la prossima. Ed ancora le terribili parole della dottoressa dello Schneider Medical Center di Tel Aviv che spiega come non esista al mondo una linea guida per trattare i bambini rapiti.
Le immagini dei kibbutzim in fiamme e delle case devastate si susseguono in un crescendo di orrore
Tutto ciò tra l’indifferenza internazionale per le vittime del massacro e per gli ostaggi. Nessuna solidarietà dalle organizzazioni femministe che solo parzialmente e dopo tantissimo tempo hanno parlato di questi stupri.
Ancora oggi ci sono 101 persone e bambini, donne, giovani e anziani nelle mani dei terroristi e non sappiamo nulla sulle loro condizioni.
Ancora oggi Israele è costretto a difendersi su vari fronti dal Sud al Nord, sotto una pioggia di missili.
E’ sotto gli occhi di tutti l’ondata crescente di antiebraismo che già dal 9 ottobre 2023 ha travolto come uno tsunami tutto il mondo e che non ha risparmiato il nostro Paese.
Poche voci a favore di Israele, molta propaganda e falsità sui social, nelle piazze e nelle università.
Ester Silvana Israel