5 luglio 2019
Nuovi studi confermano che i Filistei, il popolo citato nella Bibbia come acerrimo nemico degli ebrei, erano immigrati nella regione dall’Europa intorno nel XII secolo a.e.v. “Da 30 anni scaviamo ad Ashkelon scoprendo scheletri di Cananei, dei primi Filistei e dei tardi i Filistei – spiega Daniel Master, direttore degli scavi – e ora possiamo iniziare a capire la storia che queste ossa raccontano”. Il team ha utilizzato tecnologie DNA all’avanguardia su campioni di ossa antiche rinvenute fra il 1985 e il 2016. Analizzando per la prima volta l’intero genoma di persone che vivevano ad Ashkelon durante la tarda età del Bronzo e l’età del Ferro (fra 3.600 e 2.800 anni fa), si è scoperto che una parte sostanziale dei loro antenati derivava da una popolazione europea giunta in zona intorno al XII secolo a.e.v. I risultati dello studio sono stati pubblicati mercoledì su Science Advances. Secondo il Libro di Giosuè, i Filistei vivevano lungo la costa, da Wadi Gaza a sud fino al fiume Yarkon a nord, nelle cinque città-stato di Gaza, Ashkelon, Ashdod, Ekron e Gat: un’area che i Greci chiamavano Philistia o terra dei Filistei. Più di mezzo millennio dopo la loro scomparsa, i Romani avrebbero usato quel termine per cambiare il nome dell’intero paese da Giudea in Palaestina. Parlando dell’origine dei Filistei dall’Europa mediterranea (Grecia, Sardegna, penisola iberica), il ricercatore Adam Aja spiega che tutti gli studi precedenti puntavano in quella direzione, ma ora le analisi del DNA danno una conferma definitiva. Gli studi dimostrano inoltre che, dopo due secoli o anche meno, l’impronta genetica introdotta durante la prima età del ferro non è più rilevabile e sembra essersi diluita nel patrimonio genetico locale, il che suggerisce un’intensa mescolanza tra popolazioni locali e straniere anche se dal punto di vista culturale i Filistei restarono Filistei ancora per molto tempo prima di scomparire definitivamente per mano di Assiri e Babilonesi fra VIII e VII sec. a.e.v. “È interessante osservare come genetica e identità etnica operino in modi e tempi diversi”, conclude Masters. Vedi il video (in inglese) su LiveScience
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