31 luglio 2019
Ricercatori dell’Università di Gerusalemme hanno trovato un modo per permettere alla risonanza magnetica di fornire preziose informazioni sui cambiamenti molecolari che si verificano nelle cellule del cervello. Le attuali scansioni cerebrali con risonanza magnetica forniscono immagini delle varie regioni dell’encefalo, ma le cervello sono anche soggette a processi di invecchiamento rilevabile dai cambiamenti nel loro contenuto lipidico e proteico. Questi cambiamenti, che potenzialmente possono aiutare a distinguere precocemente il normale invecchiamento dagli inizi di malattie come Alzheimer e Parkinson, non venivano finora rilevati dalla risonanza magnetica. Gli scienziati dell’Università di Gerusalemme hanno trasformato con successo una risonanza magnetica da semplice “telecamera diagnostica” in un’apparecchiatura in grado di registrare i cambiamenti nella composizione biologica del tessuto cerebrale. I risultati sono stati pubblicati martedì su Nature Communications da Aviv Mezer, che ha guidato lo studio affiancato dalla dottoranda Shir Filo e da un team dell’Edmond and Lily Safra Center for Brain Sciences dell’Università di Gerusalemme. “La risonanza magnetica era già sensibile ai cambiamenti molecolari – ha spiegato Mezer a Times of Israel – ma finora questi dati venivano ignorati poiché arrivano tutti in un blocco”. Quello che hanno fatto i ricercatori dell’Università di Gerusalemme è stato sviluppare un modello matematico in grado di estrarre queste informazioni dalla scansione.
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