29 aprile 2019
“Un colpo al cuore della nazione ebraica”. Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’attacco antisemita di sabato a una sinagoga di Poway, presso San Diego (California), che ha causato la morte di una donna di 60 anni, Lori Gilbert-Kaye, e tre feriti. Il presidente d’Israele Reuven Rivlin ha detto che l’attentato “ricorda dolorosamente che l’odio antisemita verso gli ebrei è vivo e vegeto in tutto il mondo”. Nella seconda sparatoria contro una sinagoga degli Stati Uniti in soli sei mesi, sono rimasti feriti il rabbino Yisroel Goldstein, che ha perse due dita, Almog Peretz di 34 anni e Noya Dahan di 8 anni, la cui famiglia si è trasferita in California da Sderot (Israele) dopo che la loro casa era stata più volte danneggiata da razzi palestinesi, causando anche feriti. John Earnest, il 19enne di San Diego arrestato in quanto responsabile dell’attentato, aveva postato due ore prima un “manifesto” in cui dice d’aver tratto ispirazione da Brenton Tarrant, che il mese scorso ha ucciso 50 persone in due moschee in Nuova Zelanda, e da Robert Bowers, che sei mesi fa ha ucciso 11 persone in un attentato alla sinagoga “Tree of life” di Pittsburgh. Nel testo, Earnest esprime odio viscerale verso gli ebrei accusandoli di delitti rituali, di controllare l’economia e i mass-media, di aver ucciso Gesù e di aver pianificato un “genocidio contro la razza europea”.
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