18 dicembre 2019
Gli ebrei in fuga dall’Iran e dal mondo arabo nei decenni successivi alla fondazione di Israele hanno dovuto abbandonare proprietà per un valore complessivo di circa 150 miliardi di dollari, stando a quanto risulta da un’analisi del governo israeliano citata lunedì da Israel HaYom. Furono circa 850.000 gli ebrei costretti a fuggire dalle loro case nei paesi arabi in tutto il Medio Oriente nel periodo a cavallo della creazione dello stato di Israele (1948). Di questi, almeno 600mila si stabilirono in Israele, gli altri perlopiù in Europa e Stati Uniti. Nel 2010, la Knesset ha approvato una legge che impone di sollevare il tema dei risarcimenti in qualsiasi accordo di pace firmato tra Israele e uno stato arabo. Secondo il rapporto, gli ebrei in fuga dovettero lasciare proprietà per circa 31,3 miliardi di dollari in Iran, 6,7 miliardi in Libia, 1,4 miliardi in Siria, 2,6 miliardi nello Yemen, 700 milioni a Aden ecc. Il documento definisce la stima “prudente”, sottolineando che la cifra non è corretta per l’inflazione. Dal 2014, Israele commemora ufficialmente ogni 30 novembre la Giornata dell’espulsione degli ebrei dai paesi arabi e dall’Iran.
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