12 giugno 2019
Gli scienziati dell’Università Ben-Gurion del Negev hanno creato un modello del cervello umano che può essere utilizzato per analizzare e studiare i disordini cerebrali e prevedere quali farmaci funzioneranno meglio in ogni singolo paziente. I risultati dello studio, spiegano dall’Università, aprono nuove possibilità alla medicina di precisione, particolarmente importante per le malattie neurologiche in cui i trattamenti sono basati in gran parte su tentativi ed errori. Lo studio utilizza cellule staminali specifiche del paziente per creare un modello personalizzato della barriera emato-encefalica, la struttura cerebrale che funge da “filtro d’accesso” al cervello, capace di bloccare le tossine ma talvolta anche di impedire l’ingresso di farmaci potenzialmente terapeutici. Disturbi neurologici come la sclerosi multipla, l’epilessia, la malattia di Alzheimer e la malattia di Huntington sono stati collegati da vari studi a un difettoso funzionamento della barriera emato-encefalica. Utilizzando le cellule staminali, gli scienziati sono riusciti a creare una barriera emato-encefalica che agisce come quella del paziente specifico, incluso il suo comportamento di fronte ad alcuni farmaci.
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